Wednesday, October 17, 2007
CINA: seta, perle, giada e... grattacieli.
Probabilmente se avessimo viaggiato nello Yunnan, o nella Mongolia interna, avremmo visto un'altra Cina, rurale e delle minoranze etniche. Ma noi volevamo vedere le meraviglie classiche: la Grande Muraglia, l'Esercito di Terracotta, il fiume Li con i suoi magnifici paesaggi da Acquarello ed i cormorani che pescano, la città proibita e gli altri tesori di Pechino.
Ed a Shanghai il primo temuto contatto con la cucina locale. Allora, c'è un tavolo rotondo, con sopra un altro piano sempre rotondo, ma di diametro più piccolo e che ruota. Ti siedi e cominciano a portare i cibi. Posano zuppiere e vassoi sul cristallo girevole e spetta ai commensali girare la "ruota" e prendere le pietanze. Di regola con i famigerati bastoncini, ma non volendo far morire di fame i turisti, viene fornita una forchetta a testa e un pseudo cucchiaio. Di coltelli manco a parlarne. Comunque io, dopo alcuni penosi tentativi che facevano sbellicare dalle risate i camerieri (anche se cercavano di dissimulare), ci sono riuscito ed ho usato i bastoncini per tutto il viaggio, mentre gli altri si sono arrangiati.
Primo spostamento interno in aereo, da Nanchino a Guilin. Efficenza ed organizzazione. Ceck-in fatto dai facchini. A noi consegnano le carte di imbarco e superiamo i controlli rapidamente, verificano solo il visto collettivo.
A Guilin, che fa solo 4/5 milioni di abitanti, ci aspetta un'altra guida, anch'essa una ragazza e rigorosamente senza la "r". Ci lasciamo andare a cercare di insegnarle il famoso scioglilingua " trentatrè trentini..." Ride da non credere e così le butto lì parole in vernacolo livornese che sembrano cinese, tipo:" 'un ci 'nciampà, ci 'nciampai, badalì ci 'nciampi". Alla fine le spieghiamo che significa "non ci inciapare, ci inciampai, attenta ci inciampi" e lei giù risate e dice: "si,si,si, certo, certo". A volte lo dicevano anche le altre, così ci viene il sospetto che quando lo dicono vuol dire che non hanno capito assolutamente. Infatti conviene ripetere fino a quando non lo dicono più e lo sguardo si illumina.
Scene bucoliche con bufali che nuotano nel fiume e si pasciono dell'erba del letto andando sott'acqua. Zattere fatte con enormi bambù spinte da un remo sapientemente manovrato da un cinese di altri tempi e dotato di notevole equilibrio.
E le colline carsiche che si sovrappongono le une alle altre, coperte di vegetazione tropicale, che sembrano uscite da un acquerello. Vediamo anche i cormorani. Sono lì allineati, sulle zattere, ma non pescano perchè lo fanno solo dopo il tramonto, quando i pesci sono attratti in superficie dalle luci poste sulle zattere.
Arriviamo a Yangzhou, una cittadina (forse un milione di abitanti) dove finisce la minicrociera e che è diventata un enorme souk, ormai tutti quelli che erano contadini, sono diventati commercianti ed hanno una bancarella. Gino entra nella parte del contrattatore: scene da teatrino della commedia, si parte da 100 per arrivare a 20 e se uno è bravo anche meno.
Torniamo all'albergo e mentre gli altri vanno a farsi massaggiare i piedi, io e Gino prendiamo le biciclette dell'hotel e andiamo a fare un giro per Guilin. Notare: quasi 5 milioni di abitanti e traffico caos, ma non ci spaventiamo. Facciamo il giro dei laghi che caratterizzano Guilin e torniamo. Non si poteva essere in Cina e non andare in bicicletta. ce ne sono milioni, siamo accerchiati da biciclette, anche se ormai auto e motorini stanno prendendo il sopravvento.
La sera prendiamo una barca a motore per navigare sui laghi. ne hanno fatto una specie di Disneyland, ma nell'insieme è piacevole e poi ci sono due pescatori con i cormorani che pescano veramente con i loro volatili ammaestrati, anche se a solo uso dei turisti. Ma la pesca è autentica e gli uccelli non lo sanno che pescano solo per farsi vedere.
Anche Guilin ormai si allontana. All'aereoporto stesse cortesie e stessa organizzazione, pensano a tutto facchini e guida.
Atterriano a Xi'an e troviamo l'altra ragazza che ci farà da guida. Museo, Pagoda della Grande Oca Selvatica, mercatino cinese non turistico con tanto di guaritore di dolori osteoarticolari, ma quello che aspettiamo è l'Esercito di Terracotta. Prima però una nota per la pagoda della Piccola Oca Selvatica: non era nel programma, ma la guida ce la consiglia e per 50 yuan, 5 euro a testa, la si può visitare. E facciamo bene.
Dentro è un altro mondo: siamo gli unici turisti. Nessun venditore. Gruppi di donne e di uomini di tutte le età che fanno qi gong e tai chi (la ginnastica cinese dolce) ed altre forme di esercizio fisico. Un parco fruito dai locali, costruzioni originali d'epoca. Unica attrattiva per turisti un'enorme campana che si può suonare per 5 yuan (50 centesimi). Non ce la facciamo scappare, come non ci lasciamo sfuggire di accendere i bastoncini di incenso nella pagoda della Grande Oca Selvatica.
Xi'an, 7 milioni di abitanti, la Torre della Campana, proprio di fronte al nostro albergo, mura imponenti del '600 dove facciamo un giro in tandem e finalmente l'Esercito di Terracotta. Ottomila statue in creta, alte 1 metro e 80, nessuna eguale tra di loro, ogni viso diverso. Un enorme tesoro archeologico e un'affascinante vetrina aperta sulla Cina di tanti secoli fa. Usciamo dall'enorme museo sapendo di aver visto una delle meraviglie del mondo. E non è finita, ce ne aspetta un'altra.
Dall'aereoporto, bellissimo e moderno, con il quale abbiamo confrontato quello di Roma (sic!), alla città (14 milioni di abitanti) l'autostrada è completamente illuminata. Notiamo la grande quantità di taxi, la guida ci dice che ce ne sono centomila. L'albergo, dobbiamo dire, è il meno bello rispetto a tutti gli altri, pensate che a Shianghai avevamo una camera con salottino e televisore LCD da 37', ma è in pieno centro. Iniziano le visite: museo, via sacra delle tombe Ming, Tempio del Cielo, ma anche qui l'attesa è per altro.
FINE.
P.S.: eravamo partiti con qualche preconcetto. Dobbiamo dire che, almeno dove siamo stati noi, ci sono organizzazione e pulizia. Non abbiamo visto un pezzetto di carta per terra neppure nei quartieri vecchi di Pechino. Ci sono eserciti di spazini. Per gli aereoporti sono avanti a noi di 20 anni e solo quello di Monaco di Baviera ci è sembrato migliore. Nonostante, soprattutto Pechino causa olimpiadi e Shianghai causa expo, sia tutto un cantiere aperto, questo non influisce sull'organizzazione quotidiana. Se la Cina è così, anche facendo una tara del 50%, c'è da pensare che è impossibile fermarli, se ne possono solo cogliere le opportunità di un Paese che cresce attorno al 10% del PIL.Certo ci sono enormi problemi, lo smog è imperante. Le disparità economiche e sociali sono enormi e ancora oggi oltre 800 milioni di cinesi sono poveri e di questi la metà analfabeti. Ma non si può non partire dalla storia di questo Paese e cercare di capire. E poi noi siamo andati per vedere i tesori di questa Cina incredibile.
Note:
in ogni città cambiavamo guida perchè essendo solo in sei non avevamo accompagnatore.
Non c'è bisogno di nessuna vaccinazione per il tour che abbiamo fatto noi. Basta stare alle regole per l'acqua che non è potabile dai rubinetti.
I prezzi nei negozi statali e nei grandi store non sono convenienti, per le grandi marche sono all'incirca il 20% in meno che in Italia, cioè l'IVA.
Se fate un viaggio organizzato come il nostro, armatevi di santa pazienza. In realtà i tour sono tutti organizzati dall'Ente per il Turismo Statale cinese e ovviamente includono la visita alla fabbrica della seta, a quella della giada, quella delle perle e così via, una per ogni città. Non siete obbligati a comprare, mentre le guide sono obbligate a portarvici perchè devono farsi timbrare un documento. Comunque ci sono cose notevoli, io ad esempio mi sono pentito di non aver comprato un piumino matrimoniale imbottito di seta che veniva venduto a soli 90 euro in confezione sottovuoto che prendeva pochissimo spazio in valigia.
Si ringraziano:
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Altre foto:
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(clicca sopra per ingrandirle)
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